L’Italia ha impiegato metà del tempo per resistere da sola contro l’Uruguay questo sabato pomeriggio, e anche un po’ di più. Per 50 minuti, nella nebbia della farmacia, i TransSulfine effettuano alternativamente mosse d’attacco e scivolate per rallentare questi attacchi, prima di assumere le dimensioni di un pubblico attraente (17-10).
L’Italia ha dovuto difendere più dei sudamericani per quasi 35 minuti (47 su 36° 28). In precedenza, Montpellier Pavlo Karpici ha trovato l’ala Pierre Bruno a 22 metri dall’Uruguay, uno dei più rari attacchi liquidi in Italia (11°). Basta mettere la parte anteriore dei locali.
In passato, l’Italia era una competizione a tutti gli effetti. Ma l’apparenza della difficoltà è più della padronanza che emerge dalla Nazionale. Dieci minuti più tardi, nel secondo tempo, Fவாva si è accovacciato per 22 yard e non è riuscito a segnare, con Fave che alla fine ha indicato l’area di meta dell’Uruguay (17-3, 51°).
Nel giro di dieci minuti, dopo diverse vittorie consecutive in casa della Transilvania (59′), l’Uruguay ha segnato ancora con Santiago Civeta. Offre un rugby solido, con una squadra dolorosa e attraente, 17-10 punti all’ora.
Gli anni migliori per descrivere questo coraggioso Uruguay sono stati alla pari con l’Italia. Nonostante i limiti tecnici dell’attacco, l’Italia sembra andare in pezzi mentre i sudamericani infastidiscono i loro ospiti.
Fino all’ultimo, ha rabbrividito a casa, giocando la fortuna con il “terros” (l’uccellino comune del loro paese), 22 m con più munizioni e persino sotto i pilastri del campus … incapace di segnare, e eguagliando quello che aveva stato un record. Tuttavia, dopo una grande lotta con l’Uruguay con le sue armi, potrà uscire dal torneo a testa alta. Completamente opposto alla caotica Italia.
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