Scritto da Nikki, capo corrispondente scientifico di Dailymail.Com
20:01 del 12 aprile 2024, aggiornato alle 20:06 del 12 aprile 2024
Gli scienziati hanno scoperto il metano nelle profondità di Urano, rivelando che il pianeta blu è più gassoso di quanto si pensasse in precedenza.
I primi esperimenti con Urano hanno scoperto che il pianeta era composto principalmente da elio e idrogeno con una piccola quantità di metano, ma un nuovo studio afferma che ciò supera di gran lunga le aspettative precedenti.
Ma la cosa strana del metano è che non è sotto forma di gas ma congelato o “morbido” – come uno Slurpee 7-11 – e depositato nel nucleo di Urano.
I ricercatori dell’Israel Institute of Technology e dell’Università della California Santa Cruz hanno rivelato che, nonostante le scoperte secondo cui Urano è composto interamente da ghiaccio, circa il 10% di esso è in realtà metano.
Lo studio, che non è stato ancora sottoposto a revisione paritaria, afferma che classificare Urano come un “gigante di ghiaccio” potrebbe non essere più accurato e che enormi quantità di metano potrebbero aver contribuito alla formazione del pianeta.
Molto è ancora sconosciuto su Urano perché si trova a 1,9 miliardi di miglia dalla Terra, ma poiché il sistema solare è in costante movimento, la distanza cambia ogni giorno, raggiungendo i 2 miliardi di miglia.
Solo una navicella spaziale nella storia, la Voyager 2, è passata negli anni '80, lasciando gli scienziati a credere che il pianeta sia composto interamente di ghiaccio.
Per ottenere una migliore comprensione, i ricercatori hanno sviluppato centinaia di migliaia di modelli dell’interno di Urano e hanno cercato di determinare quale modello somigliasse di più alla massa e al raggio del gigante di ghiaccio.
Ogni modello aveva diversi livelli di metano, elio e idrogeno, ma i ricercatori hanno scoperto che i modelli con gli elementi più gassosi somigliavano di più a Urano.
Ora stanno cercando di capire meglio perché il pianeta è fatto di ghiaccio se all’interno di Urano viene trattenuto un grande surplus di gas.
Questi risultati potrebbero far luce sul lontano pianeta e sui giganti vicini, compreso Nettuno, per indagare su come si sono formati e spiegare meglio gli elementi che li compongono.
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