Gli esperti del Borneo hanno trovato antichi resti di una porzione perduta della Terra che si pensava avesse 120 milioni di anni.
Gli esperti continuano a fare nuove scoperte sul nostro pianeta, dalla scoperta di continenti scomparsi da centinaia di anni alla scoperta di vasti oceani nascosti sotto la crosta terrestre.
Ora, una nuova straordinaria scoperta ha rivelato i dettagli della placca tettonica di 120 milioni di anni, ora chiamata Pontos.
L’esistenza della crosta terrestre fu prevista quando Susanna van de Lagemaat, una studentessa laureata in geologia presso l’Università di Utrecht nei Paesi Bassi, e il suo supervisore Douwe van Hinsbergen, analizzarono i dati geologici delle montagne della regione Asia-Pacifico.
Mentre studiava le formazioni rocciose nel Borneo settentrionale, van de Lagemaat ha trovato alcuni chiari segni dell’antica placca del Pontos “Pensavamo di avere a che fare con i resti di una placca perduta di cui già eravamo a conoscenza”, ha spiegato.
Ha continuato: “Ma la nostra ricerca magnetica di laboratorio su quelle rocce ha indicato che ciò che abbiamo trovato era originariamente da un luogo più a nord, e dovevano essere i resti di una placca diversa, precedentemente sconosciuta”.
I ricercatori stimano che la placca del Ponto, che faceva parte della crosta terrestre prima della disgregazione del supercontinente Pangea, fosse circa un quarto delle dimensioni dell’Oceano Pacifico, sulla base delle ricostruzioni di come appariva 160 milioni di anni fa.
Il continente del Ponto si trovava sotto il vasto oceano che a quel tempo separava l’Eurasia e l’Australia. Quando il continente Pangeo si separò, si ritiene che la placca sia stata inghiottita da altre placche che trasportarono paesi come le Filippine e il Borneo nelle loro posizioni attuali.
Van de Laegemaat ricerca Questo studio si concentra su un’area complessa di attività tettonica a placche nota come zona di giunzione. Si estende dal Giappone, dal Borneo, dalle Filippine, dalla Nuova Guinea e fino alla Nuova Zelanda.
Attraverso la sua ricerca ha potuto utilizzare i dati per realizzare un video che ricostruisce i movimenti delle placche tettoniche avvenuti dall’era dei dinosauri ai giorni nostri.
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