domenica, Novembre 24, 2024

Come l’intelligenza artificiale sta rimodellando il pensiero e il processo decisionale umano

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riepilogo: Un nuovo studio introduce il “Sistema 0”, un quadro cognitivo in cui l’intelligenza artificiale (AI) potenzia il pensiero umano elaborando big data, integrando la nostra intuizione naturale (Sistema 1) e il pensiero analitico (Sistema 2). Tuttavia, questo sistema di pensiero esterno comporta dei rischi, come un’eccessiva dipendenza dall’intelligenza artificiale e una potenziale perdita di autonomia cognitiva.

Lo studio sottolinea che, sebbene l’intelligenza artificiale possa aiutare nel processo decisionale, gli esseri umani devono rimanere critici e responsabili nell’interpretarne i risultati. I ricercatori chiedono linee guida etiche per garantire che l’intelligenza artificiale migliori la cognizione umana senza diminuire la nostra capacità di pensare in modo indipendente.

Fatti fondamentali:

  • Il “Sistema 0” si riferisce all’intelligenza artificiale come uno strumento di pensiero esterno che integra la cognizione umana.
  • L’eccessiva dipendenza dall’intelligenza artificiale minaccia di limitare l’autonomia umana e il pensiero critico.
  • Le linee guida etiche e l’educazione pubblica sono fondamentali per l’uso responsabile dell’IA nei processi decisionali.

fonte: Università Cattolica del Sacro Cuore

L’interazione tra uomo e intelligenza artificiale costituisce un nuovo sistema di pensiero e un nuovo schema cognitivo, esterno alla mente umana, ma capace di potenziarne le capacità cognitive.

Questo si chiama Sistema 0, che funziona insieme a due modelli di pensiero umano: il Sistema 1, che è caratterizzato da un pensiero intuitivo, rapido e automatico, e il Sistema 2, che è un tipo di pensiero analitico e riflessivo.

Tuttavia, il Sistema 0 introduce un ulteriore livello di complessità, che cambia radicalmente il panorama cognitivo in cui operiamo, e quindi potrebbe rappresentare un enorme passo avanti nell’evoluzione della nostra capacità di pensare e prendere decisioni.

Sarà nostra responsabilità garantire che questi progressi vengano utilizzati per migliorare la nostra autonomia cognitiva senza comprometterla.

È quanto riporta la prestigiosa rivista scientifica La natura del comportamento umanoin un articolo dal titolo “The Case for Human-AI Interaction as System Thinking 0” scritto da un team di ricercatori guidati dal professor Giuseppe Riva, Direttore del Laboratorio di Tecnologie Umanistiche del Campus dell’Università Cattolica di Milano e di Tecnologie Applicate del Laboratorio di Neuropsicologia presso l’Istituto Oxologico. Italiano IRCCS di Milano e il Professor Mario Ubbiali (ho bisogno dell’affiliazione piena) della sede dell’Università Cattolica di Brescia.

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Lo studio è stato condotto da Massimo Chiriati dell’Infrastructure Solutions Group di Lenovo, a Milano, dalla professoressa Mariana Giannabini del Dipartimento di Filosofia dell’Union College, Schenectady, New York, e dal professor Enrico Panai della Scuola di Lingue e Lingue Straniere dell’Università. della Scienza. Campus Cattolica di Milano.

Una nuova forma di pensiero esterno

Proprio come un disco esterno ci consente di archiviare dati che non si trovano su un computer, possiamo lavorare collegando il nostro disco a un computer ovunque ci troviamo, e l’intelligenza artificiale, con le sue capacità di elaborazione galattica e di elaborazione dei dati, potrebbe rappresentare un circuito esterno al sistema. mente umana capace di aumentarlo. Da qui l’idea del Sistema 0, che è essenzialmente una forma di pensiero “esterno” che si basa sulle capacità dell’intelligenza artificiale.

Gestendo grandi quantità di dati, l’intelligenza artificiale può elaborare informazioni e fornire suggerimenti o decisioni sulla base di algoritmi complessi. Tuttavia, a differenza del pensiero intuitivo o analitico, il Sistema 0 non assegna un significato intrinseco alle informazioni che elabora.

In altre parole, l’intelligenza artificiale può eseguire calcoli, fare previsioni e generare risposte senza “comprendere” veramente il contenuto dei dati con cui sta lavorando.

Pertanto, gli esseri umani devono interpretare ciò che hanno e dare significato ai risultati prodotti dall’intelligenza artificiale. È come avere un assistente che raccoglie, filtra e organizza in modo efficiente le informazioni ma richiede comunque il nostro intervento per prendere decisioni informate. Questo supporto cognitivo fornisce input preziosi, ma il controllo finale deve sempre rimanere nelle mani dell’uomo.

Rischio di sistema 0: perdita di indipendenza e fiducia cieca

“Il pericolo sta nel fare troppo affidamento sul Sistema 0 senza esercitare il pensiero critico”, affermano i professori Riva e Obiale. “Se accettiamo passivamente le soluzioni offerte dall’intelligenza artificiale, potremmo perdere la capacità di pensare in modo indipendente e di sviluppare idee innovative In un mondo sempre più automatizzato, è fondamentale che gli esseri umani continuino a mettere in discussione e a sfidare i risultati generati dall’intelligenza artificiale.

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Inoltre, la trasparenza e la fiducia nei sistemi di intelligenza artificiale rappresentano un altro grosso dilemma. Come possiamo garantire che questi sistemi siano esenti da pregiudizi o distorsioni e che forniscano informazioni accurate e affidabili?

“La crescente tendenza all’utilizzo di dati sintetici o generati artificialmente può danneggiare la nostra percezione della realtà e avere un impatto negativo sui nostri processi decisionali”, avvertono i professori.

L’intelligenza artificiale potrebbe dirottare le nostre capacità introspettive, l’atto di pensare ai propri pensieri e sentimenti, un processo unicamente umano.

Tuttavia, con l’avanzare dell’intelligenza artificiale, potrebbe diventare possibile fare affidamento su sistemi intelligenti per analizzare i nostri comportamenti e stati mentali.

Ciò solleva la domanda: fino a che punto possiamo veramente comprendere noi stessi attraverso l’analisi dell’intelligenza artificiale? L’intelligenza artificiale può replicare la complessità dell’esperienza soggettiva?

Nonostante queste domande, il Sistema 0 offre anche enormi opportunità, sottolineano i professori. Con la sua capacità di elaborare dati complessi in modo rapido ed efficiente, l’intelligenza artificiale può supportare l’umanità nell’affrontare problemi che vanno oltre le nostre naturali capacità cognitive.

Che si tratti di risolvere problemi scientifici complessi, analizzare enormi quantità di dati o gestire sistemi sociali complessi, l’intelligenza artificiale può diventare un alleato indispensabile.

Per sfruttare le potenzialità del Sistema 0, gli autori dello studio sottolineano che è urgente stabilire linee guida etiche e responsabili per il suo utilizzo.

“Trasparenza, responsabilità e alfabetizzazione digitale sono elementi chiave per consentire alle persone di impegnarsi in modo critico con l’intelligenza artificiale”, avvertono.

“Educare il pubblico su come navigare in questo nuovo ambiente cognitivo sarà fondamentale per evitare i rischi di un’eccessiva dipendenza da questi sistemi”.

Il futuro del pensiero umano

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I ricercatori hanno concluso che se il Sistema 0 fosse lasciato senza controllo, in futuro potrebbe interferire con il pensiero umano.

“È essenziale rimanere consapevoli e critici nel modo in cui lo utilizziamo; il vero potenziale del Sistema 0 dipenderà dalla nostra capacità di indirizzarlo nella giusta direzione”.

Informazioni sulle novità della ricerca sull’intelligenza artificiale e sulla cognizione umana

autore: Nicola Serbino
fonte: Università Cattolica del Sacro Cuore
comunicazione: Nicola Serbino – Università Cattolica del Sacro Cuore
immagine: Immagine accreditata a Neuroscience News

Ricerca originale: Accesso chiuso.
Lo stato dell’interazione uomo-intelligenza artificiale come pensiero sistemico 0“Di Giuseppe Riva et al. La natura del comportamento umano


un riassunto

Lo stato dell’interazione uomo-intelligenza artificiale come pensiero sistemico 0

La rapida integrazione di questi strumenti di intelligenza artificiale nella nostra vita quotidiana sta rimodellando il modo in cui pensiamo e prendiamo decisioni.

Proponiamo che i sistemi di intelligenza artificiale basati sui dati, trascendendo i singoli artefatti e interagendo con un ecosistema dinamico multi-artefatto, costituiscano un sistema psicologico distinto.

Chiamiamo questo “Sistema 0” e lo collochiamo accanto al Sistema 1 di Kahneman (pensiero veloce e intuitivo) e al Sistema 2 (pensiero lento e analitico).

Il Sistema 0 rappresenta l’esternalizzazione di alcuni compiti cognitivi all’intelligenza artificiale, che può elaborare enormi quantità di dati ed eseguire calcoli complessi oltre le capacità umane.

Emerge dall’interazione tra utenti e sistemi di intelligenza artificiale, creando un’interfaccia dinamica e personalizzata tra esseri umani e informazioni.

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