venerdì, Novembre 22, 2024

In Italia gli sciatori tornano sulle piste dopo due stagioni nere

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Alcune località con alcuni impianti di risalita come Cervinia e Cardina de Ampesso erano già aperte lo scorso fine settimana, ma questa stagione in realtà è iniziata sabato 4 dicembre su tutta la catena alpina.

Il mondo della montagna spera di distruggere il sogno di due stagioni appesantite da ostacoli e restrizioni al movimento da una regione all’altra.

Sarà l’anno della ripresa dello sci nell’inverno 2021 e nella stagione 2019/2020, quando il 25% del settore sarà senza lavoro, soprattutto dopo essere stato costretto alla chiusura a causa di un’epidemia penalizzata.“, sottolinea in una nota Valeria Cessie, presidente dell’Associazione nazionale gestori di funivie.

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A Bormeo, in Lombardia (nord), gli appassionati di sport invernali erano già su diverse piste questo lungo weekend, fino a mercoledì, giorno festivo italiano. Per accedere agli impianti di risalita è obbligatorio il pass sanitario e dalle piste è richiesta la mascherina.

L’introduzione di restrizioni è un buon risultato. Lo sci è uno sport all’aperto, hanno detto i funzionari [les deux saisons passées] Avendo gestito l’epidemia in modo diverso, i professionisti dell’alpinismo avrebbero potuto evitare tutti questi problemiHa spiegato ad AFP, con gli sci ai piedi, Mery Pozzoli, 45 anni, comasca.

Il 50enne dirigente milanese Pietro MaranzanaEmozione“Metti su il cielo:”Ho le farfalle nello stomaco, lo adoro“.

Fabio Giogomelli, responsabile attrezzature di Formio, si è detto:Spero di poter lavorare fino alla fine dell’inverno“.”Faremo tutto il possibile per garantire il rispetto delle regole“Ed evitare la comparsa di infezioni”, ha sottolineato.

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Il governo italiano finanzia l’industria dello sci e mantiene in tutto o in parte gli stipendi dei lavoratori stagionali ea tempo indeterminato. Ma i controlli erano scaduti da tempo.

Dovrebbero arrivare presto, ma non è arrivato niente per un anno e nove mesiNicolas Sartorelli, 41 anni, maestro di sci a Formio, si è lamentato.

Le stazioni non sono certo fuori pericolo: se una nuova ondata soffia nel Paese, le zone più colpite possono essere ridefinite e gli spostamenti da una regione all’altra sono vietati a meno che non ci sia un motivo impellente.


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Attualmente, l’Italia, dove l’epidemia ha già ucciso più di 134.000 persone, registra meno di 10.000 nuovi casi al giorno, da tre a quattro volte meno della Francia.


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