Cristiano Ronaldo all’Al Nassr è stato solo un assaggio, la testa d’ariete di un progetto davvero gigantesco con cui l’Arabia Saudita ha intenzione di rivoluzionare il calcio mondiale. Disponibilità di denaro praticamente infinita, e un modello di mercato innovativo basato su un inedito modo di concepire la proprietà dei club. Lo stesso Ronaldo, intervistato recentemente sul futuro del calcio saudita, si è sbilanciato indicando come, con ogni probabilità, nel breve volgere di qualche anno il campionato giocato in Arabia giungerà ai vertici mondiali. Parole che, se in un primo momento possono far sorridere, in realtà nascondono la chiara intenzione di puntare in alto. E se in passato i tentativi della Cina e del Qatar non hanno dato gli esiti sperati, questa volta le cose potrebbero andare diversamente.
Bin Salman: principe ereditario con la passione per lo sport
È il primo ministro Mohamed Bin Salman Al Sa’Ud, principe ereditario, la mente dietro alla nascita di un piano nazionale fondato su grandi investimenti volti a far cambiare marcia allo sport in Arabia. L’attenzione è rivolta soprattutto al calcio, come già è apparso chiaro dall’ingaggio di Ronaldo. L’obiettivo è migliorare in tempi rapidi la qualità del campionato principale, la Saudi Pro League, portandolo a divenire una lega estremamente competitiva. Deve essere ricordato come siano 4 i club più attivi sul mercato, intenzionati ad arricchire le rose a disposizione con una serie di campioni provenienti dall’estero. Oltre all’Al Nassr, squadra in cui milita il pluri-pallone-d’oro portoghese, a contendersi i giocatori sono l’Al Ittihad (vincitore dell’ultimo campionato), l’Al-Ahli e l’Al-Hilal. Cosa accomuna questi club? Il fatto di essere controllati direttamente dal fondo PIF (ammontano al 75% le quote detenute). Questo fondo è lo stesso ad avere in gestione il Newcastle che, non a caso, sta facendo “follie” sul mercato. A partire dal prossimo anno, le squadre a prendere parte alla Saudi Pro League saliranno da 16 a 18, e ognuna avrà la possibilità di inserire in rosa un massimo di 8 giocatori stranieri.
Come è organizzata la Saudi Pro League
La ferma volontà è convincere alcuni dei calciatori più forti del mondo a trasferirsi in Arabia Saudita, seguendo l’esempio di Ronaldo e di Karim Benzema, e farlo centralizzando gli investimenti. Si mira a dar vita a un sistema di mercato che potrebbe essere definito “ibrido”: una sorta di punto d’incontro tra il calcio del Vecchio Continente e la MLS americana. I club più importanti inseriranno in squadra 3 grandi campioni ognuno. Spetterà alla lega discutere le condizioni contrattuali con ulteriori 8 giocatori (e con i loro agenti), per poi assegnarli ai club rimanenti, proprio come accade nel calcio americano. Gli obiettivi sono due. Da un lato accrescere gli introiti del campionato, triplicandoli fino a sfiorare quota 500 milioni di dollari l’anno; dall’altro, grazie a una maggiore visibilità, vedersi assegnare i Mondiali 2030.
Anche diversi giocatori che militano nel campionato italiano sono nelle mire dell’Arabia Saudita, e alcuni di loro hanno già accettato la corte. Bisognerà tenerne conto quando si tratterà di fare previsioni accurate per la Serie A italiana.
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