Giulio Piovacari e Giuseppe Fonde
MILANO/ROMA (Reuters) – Il governo italiano si prepara a offrire a Intel l’opportunità di convincere una società statunitense di chip a investire in un impianto di assemblaggio in Italia, mentre la Germania è in competizione per gestire un grande impianto, hanno affermato tre fonti. Richiede l’anonimato, i dettagli sono riservati.
Secondo quanto riferito, Roma sarebbe già in trattative con Intel per un possibile investimento, con stime iniziali di oltre 4 4 miliardi, hanno affermato fonti nei colloqui.
Uno di loro ha detto che il totale potrebbe arrivare a 8 8 miliardi, a seconda dei piani di Intel.
A fine anno, dicono le fonti, il governo italiano era pronto a finanziare una parte dell’investimento complessivo attraverso fondi pubblici, in particolare a favore di Intel in termini di costo del lavoro e dell’energia.
Si dice che la fabbrica italiana sia specializzata in “assemblaggio avanzato”, che utilizza una nuova tecnologia per realizzare chip da piastrelle realizzate da Intel e altri produttori di chip, hanno affermato fonti.
L’impianto sarà in grado di creare più di 1.000 posti di lavoro diretti in siti selezionati in Italia, tra cui l’area di Mirafiori a Torino, la sede italiana della casa automobilistica Stolandis in Sicilia, Catania, dove esiste già il produttore di chip italo-francese ST Micro Electronics, aggiungono fonti.
Intel ha rifiutato di commentare i suoi piani.
Germania sul titolo per “Megaphobe”
Il team statunitense prevede di creare una mega fabbrica in Europa, dove Dresda sembra essere un’importante base candidata in Germania, sebbene la Francia sia vista come un luogo praticabile, con fonti non specificate direttamente coinvolte nelle discussioni sulla selezione del sito.
Il mese scorso, il CEO di Intel, Pat Jelsinger, ha dichiarato che la società annuncerà l’ubicazione di due nuovi grandi impianti di produzione di chip nell’UE entro la fine dell’anno, poiché prevede di spendere 80 80 miliardi nel continente nell’ultimo decennio.
Carenza di chip
Questi investimenti fanno parte degli sforzi del Gruppo statunitense per acquisire capacità produttive avanzate in Europa, evitando future carenze di approvvigionamento che attualmente colpiscono il continente, in particolare l’industria automobilistica.
Il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha affermato questa settimana che l’Unione europea deve aumentare la produzione “ora e in modo deciso” per raggiungere l’obiettivo di produrre il 20% della produzione mondiale di semiconduttori entro il 2030.
“Cina e Stati Uniti stanno già investendo 10 miliardi di dollari ciascuno in questo settore”, ha aggiunto.
Tuttavia, il progetto di costruzione di questa mega fabbrica e impianto di confezionamento richiederà molti anni ed è improbabile che aiuti i costruttori europei a breve termine.
(Scritto da Giulio Piovacari con il contributo di Stephen Nellis a San Francisco e Angelo Amanda a Roma; a cura di Sophie Lood nell’edizione francese di Kate Entringer)
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