DUBAI (Reuters) – Un’adolescente iraniana entrata in coma all’inizio di questo mese dopo un presunto scontro con agenti per aver violato la legge nazionale sull’hijab sarebbe stata “morta cerebralmente”, hanno riferito domenica i media statali iraniani.
Gruppi di destra, come l’Organizzazione curda iraniana Hengaw, sono stati i primi ad annunciare il ricovero di Armita Giravand, pubblicando sui social media foto della sedicenne che la mostravano priva di sensi con un tubo per la respirazione e una benda sopra la testa, chiaramente visto in supporto vitale. . Reuters non è stata in grado di verificare le immagini.
I media ufficiali hanno riferito che “i recenti controlli sanitari di Giravand indicano che il suo stato di morte cerebrale appare certo, nonostante gli sforzi del personale medico”.
I difensori dei diritti umani temono che Giravand possa affrontare la stessa sorte di Mahsa Amini, la cui morte l’anno scorso mentre era sotto la custodia della polizia morale ha scatenato mesi di proteste antigovernative in tutto il paese, che hanno posto una delle sfide più audaci all’Iran. governanti teocratici.
L’Iran ha negato che Giravand sia stato ferito dopo uno scontro del 1° ottobre con gli agenti che facevano rispettare il codice di abbigliamento islamico obbligatorio nella metropolitana di Teheran.
L’establishment religioso iraniano ha imposto restrizioni sull’abbigliamento femminile da quando una rivoluzione popolare ha rovesciato lo Scià laico e sostenuto dall’Occidente nel 1979. La legge impone alle donne di coprirsi i capelli e indossare abiti lunghi e larghi.
I trasgressori rischiano un pubblico rimprovero, multe o arresto. A dispetto dei rigidi codici di abbigliamento islamici, dopo la morte di Amini, sempre più donne sono apparse senza velo in luoghi pubblici come centri commerciali, ristoranti e negozi in tutto il Paese.
Rapporto della Dubai Newsroom, a cura di Bernadette Baum
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